Ara (altare)
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OGGETTO
Ara (altare)
MATERIA E TECNICA
marmo/scalpellatura
PROVENIENZA
Abellinum (Atripalda), loc. Civita
DATAZIONE
sec. I d.C.
MISURE
cm h 70; diam. 56,5
INVENTARIO
n. 60
COLLOCAZIONE
Carcere Borbonico
SEZIONE
Irpinia
SALA
27
Collocato nel luogo dove si può individuare il foro della città romana di Abellinum, odierna Atripalda, questo altare per sacrifici, in marmo greco, è costituito da un corpo circolare interamente decorato da un fregio figurato inserito tra due cornici.
Le figure occupano in prevalenza l’intera altezza del tamburo, disponendosi non a distanze uguali, ma a gruppi.
Il fulcro della decorazione è costituito da una scena di sacrificio, inquadrata da due gruppi di figure, l’uno sulla destra e l’altro sulla sinistra.
Duplice è l’interpretazione che viene data su tale scena e sulla datazione di questo altare.
Secondo la prima interpretazione, nella scena centrale è raffigurato l’imperatore Tiberio, il personaggio capite velato (con la testa coperta), che sta compiendo un sacrificio al padre Augusto, la figura togata posta di fronte a lui. In tal caso, l’ara si data al I sec. d.C. (età giulio-claudia).
La seconda interpretazione propone un’identificazione differente per i personaggi e data il reperto all’età tardo-repubblicana (I sec. a.C.): la figura togata, che si erge su piedistallo, è una statua di Ottaviano; di fronte, l’altra figura su base è, invece, una statua di Cesare, rappresentato in uno schema eroico con accanto colui che effettua il sacrificio, ossia la figura con la testa coperta, che viene identificato con un liberto della gens Liuineia, originaria di Abellinum e legata a Cesare, e che potrebbe essere colui che fa realizzare l’altare.