Asse di Nerone

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OGGETTO
Asse di Nerone
AUTORITÀ EMITTENTE
Impero Romano – Nerone
MATERIA E TECNICA
Bronzo / Coniazione
PROVENIENZA
Incerta
ZECCA
Roma
DATAZIONE
65-66 d.C.
MISURE
Peso: 7,30 gr.; diam. 25 mm.
RIFERIMENTO
Grella 1990, p. 273, n. 92
COLLOCAZIONE
Palazzo della Cultura
SEZIONE
Archeologica
SALA
V
COLLEZIONE
Collezione Zigarelli

D/ Testa laureata di Nerone a sinistra. In legenda: IMP(erator) NERO CAESAR AVG(ustus) GERM(anicus)
R/ Tempio di Giano con finestra a grata a sinistra e corona appesa su un arco a due ingressi con le porte di bronzo chiuse, con due grossi anelli, a destra. Ai lati S(enatus) C(onsultus). In legenda: PACE P(opuli) R(omani) V(bique) PARTA IANVM CLVSIT
L’asse della zecca di Roma appena descritto fu fatto coniare da Nerone tra il 65 e il 66 d.C. per celebrare la conclusione delle campagne partiche e l’inizio di un molto atteso periodo di pace. Le porte del tempio di Giano, rappresentato sul rovescio della moneta, venivano chiuse solo durante i periodi di pace. L’esatta collocazione del tempio resta tuttora incerta (probabilmente era situato sull’Argileto, nei pressi della Basilica Emilia). Una sua descrizione, che coincide con le immagini raffigurate sulle monete, è proposta da Procopio di Cesarea nel suo “De Bello Gothico”:
tutto di bronzo, di forma tetragona, e grande tanto da coprire la statua di Giano. Questa statua di bronzo è alta non meno di cinque cubiti (circa 2,50 m.), in tutto il resto ha figura umana salvo che la testa con due facce, delle quali una è volta a oriente, l’altra ad occidente. Dinanzi a ciascuna faccia sonvi porte di bronzo, le quali secondo l’antica consumanza romana in tempo di pace e di bene si chiudevano, quando invece si stesse in guerra si aprivano”.
Giano era una delle più antiche divinità romane e proteggeva ogni ingresso (Ianua = Porta) e ogni nuovo nuovo inizio.
Nerone sfruttò al meglio le emissioni monetali e la loro iconografia per propagandare i suoi successi e per ingraziarsi la popolazione. Svetonio racconta come l’imperatore volle celebrare la tanta auspicata pace:
Nerone portò al tempio di Giove Capitolino una corona d’alloro e fece chiudere il tempio di Giano Bifronte, non sussistendo più nessuna avvisaglia di guerra” (Svetonio, “Vite dei Cesari”, Nerone, XIII).

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