Denario di Giulio Cesare con elefante
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OGGETTO
Denario di Giulio Cesare con elefante
AUTORITÀ EMITTENTE
Repubblica Romana – Giulio Cesare
MATERIA E TECNICA
Argento / Coniazione
PROVENIENZA
Aeclanum
ZECCA
Al seguito delle truppe di Cesare (Gallia)
DATAZIONE
49 a.C.
MISURE
Peso: 3,87 gr.; diam. 19 mm.
RIFERIMENTO
Grella 1978, p. 221, n. 80
COLLOCAZIONE
Palazzo della Cultura
SEZIONE
Archeologica
SALA
VI
D: Elefante che avanza verso destra e calpesta un serpente (più probabilmente un carnyx, tromba da guerra gallica di forma zoomorfa); in esergo la scritta CAESAR
R: Emblemi pontificali: un simpulum (una sorta di mestolo utilizzato nei sacrifici per le libagioni), un aspergillum (strumento costituito da rami di alloro o ulivo per aspergere l’altare o la vittima con acqua, vino, ecc.), una securis (scure) e un apex (copricapo del sacrificante).
Il denario in questione fu battuto da una zecca al seguito di Giulio Cesare intorno al 49 a.C., in concomitanza con la sottomissione della Gallia.
L’emissione di questa moneta è di grande importanza storica perché il suo conio segna il definitivo atto di ribellione di Cesare verso le istituzioni repubblicane.
Affida ad un’allegoria l’importante messaggio che vuole trasmettere: l’elefante simboleggia la grandezza e la potenza di Cesare e il carnyx, schiacciato dall’elefante, le popolazioni galliche sopraffatte. Al rovescio, invece, i simboli pontificali suggeriscono il sostegno delle divinità a Cesare.
“…il primo dei Cesari fu chiamato così per aver ucciso in combattimento un elefante, animale chiamato kaesa dai Mauri; altra opinione è che il termine derivi dal fatto che, per darlo alla luce, fu necessario sottoporre la madre, che era morta prima di partorire, a un’operazione di parto cesareo… Bisogna comunque considerare felice la circostanza, quale che fu, che diede origine a un nome tanto famoso, che durerà in eterno” (Elio Sparziano, Historia Augusta, II, 3)