Denario di Publio Porcio Laeca
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OGGETTO
Denario di Publio Porcio Laeca
AUTORITÀ EMITTENTE
Repubblica Romana – magistrato Publio Porcio Laeca
MATERIA E TECNICA
Argento / Coniazione
PROVENIENZA
Aeclanum
ZECCA
Roma
DATAZIONE
110-109 a.C.
MISURE
Peso: 3,94 gr.; diam. 19 mm.
RIFERIMENTO
Grella 1978, p. 213, n. 14
COLLOCAZIONE
Palazzo della Cultura
SEZIONE
Archeologica
SALA
VI
D: Testa di Roma con elmo attico alato a destra. Davanti: X (segno di valore). In legenda: P. LAECA
R: Magistrato in abiti militari al centro; protende la mano destra sul capo di una figura togata, il cittadino accusato. A destra un littore munito di verghe: una nella mano destra e due nella sinistra. In esergo: PROVOCO.
Nel 1970, nella località “Tuoppolo” di Aeclanum, fu rinvenuto un tesoretto monetale di 85 denari d’argento di epoca repubblicana. Le monete, contenute in un vaso sul quale era stata sovrapposta una pietra che lo nascondeva, durante dei lavori agricoli furono trascinate dal vomere di un trattore e sparpagliate nel terreno dopo l’accidentale rottura del vaso. Sono di vari tipi e ricoprono un arco temporale che va dal 141 a.C. al 46 a.C., periodo del probabile occultamento.
La moneta, databile tra il 110 e il 109 a.C. e battuta dalla zecca di Roma, celebra un importante istituto giuridico del diritto romano, introdotto nel 509 a.C. e modificato più volte nel corso dei secoli: la provocatio ad populum. Tale istituto prevedeva la possibilità da parte di un condannato a morte di opporsi al potere punitivo del magistrato e ricorrere al giudizio del popolo riunito nei comitia per sperare in una commutazione della pena.
Il denario in questione, coniato dal console Publio Porcio Laeca, commemora una legge voluta da un suo omonimo antenato nel 199 a.C. che estese il diritto di provocazione ai cittadini romani residenti nelle province e ai soldati nei confronti del loro comandante.