Macchina per il moto parabolico
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OGGETTO
Macchina per il moto parabolico
MATERIA
legno/carta
PROVENIENZA
Liceo classico “P. Colletta” (AV)
DATAZIONE
inizio 1900
MISURE
lungh. 68 cm; largh. 33 cm; h 40 cm
COLLOCAZIONE
Carcere Borbonico
INVENTARIO
n. 24
SEZIONE
Scientifica
SALA
41
Lo strumento permette di dimostrare sperimentalmente che un grave lanciato in proiezione orizzontale descrive, per effetto dell’accelerazione di gravità, una traiettoria parabolica. Fu il matematico e fisico olandese, Willem Jacob’s Gravesande (1688 – 1742), grande difensore delle idee di Newton e Galilei, a proporre intorno al 1730 questo tipo di apparecchio, che divenne molto popolare nei Gabinetti di Fisica del Settecento.
Con questo semplice strumento, formato da una base in legno munita di uno scivolo a quarto di cerchio e una tavola verticale con sovrapposto un foglio, dove è segnata la linea parabolica suddivisa in cinque riquadri, lo scienziato olandese diede una prova immediata della legge galileiana del moto parabolico dei proiettili. Infatti, lasciando cadere dalla sommità dello strumento una pallina, questa acquista, alla fine del binario, una velocità orizzontale che sarà poi sottoposta alla gravità, che la farà accelerare verticalmente. La composizione, dunque, dei due moti orizzontali e verticali da luogo alla traiettoria parabolica, evidenziata dalla linea e dalle sezioni presenti sul cartoncino sottostante. Ciò dimostra, in maniera pratica e diretta, quanto constatato da Galileo nella quarta giornata dei “Discorsi e delle dimostrazioni matematiche intorno a due Scienze Nuove” (Leida 1638), dove, durante lo studio del moto dei proiettili, constata che essi non sono soggetti soltanto alla forza che li spinge in direzione orizzontale, bensì anche alla forza di gravità, che li attira verso il basso.