Nestoris a figure rosse

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OGGETTO
Nestoris a figure rosse
MATERIA E TECNICA
Argilla depurata/ a tornio/ vernice
PROVENIENZA
Incerta
DATAZIONE
secc. VI – IV a.C.
MISURE
h. 54; diam. 30
INVENTARIO
n. 2351
COLLOCAZIONE
Carcere Borbonico
SEZIONE
Irpinia
SALA
26
COLLEZIONE
Collezione Zigarelli

Questo reperto, di probabile fattura lucana, si inserisce nell’enorme produzione vascolare a figure rosse, di imitazione greca, che si sviluppa, a partire dal IV secolo a.C. anche nelle aree interne, dando vita ad una produzione locale che ripercorre i temi e le forme della ceramica a figure rosse apula e campana.
La forma prediletta è quella insolita della “nestoris a trozzelle”, un’anfora che presenta sulla parte alta dei due manici, dei piccoli cilindri a disco definiti appunto “trozzelle”. Di ispirazione messapica, questo vaso aveva una forte valenza rituale ed era utilizzato in contesti di natura religiosa e funeraria.
La decorazione appare generalmente meno colorata rispetto alle altre scuole italiote; i soggetti sono mitologici, funerari o tratti dalla vita quotidiana.
In questo caso, la scena raffigurata rimanda a uno schema molto diffuso nelle decorazioni vascolari a figure rosse dell’Italia Meridionale, dal IV secolo in poi. Si tratta dello schema del “Peithos”, ossia una scena di corteggiamento tra giovani sposi. Al rituale è sempre presente una donna che funge sia da testimone che da custode della coppia.

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