Sarcofago a bande rosse

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OGGETTO
Sarcofago a bande rosse
MATERIA E TECNICA
Argilla depurata/dipintura
PROVENIENZA
Abellinum (Atripalda),necropoli sud occidentale
DATAZIONE
secc. III – IV d.C.
MISURE
cm largh. 60; lungh. 200
INVENTARIO
n. 78
COLLOCAZIONE
Carcere Borbonico
SEZIONE
Irpinia
SALA
27

In Età tardoantica ad Abellinum (odierna Atripalda), le necropoli (cimiteri) si distribuiscono con ampia estensione lungo le rive del Sabato, a valle dell’altura della Civita, occupata dall’impianto della città. Tra le varie tipologie di sepolture, più o meno in continuità con l’Età imperiale romana, è attestato anche l’uso di sarcofagi in terracotta. Quello esposto, con una decorazione interna a bande rosse, proviene proprio dalla necropoli sud occidentale, posta al di fuori delle mura dell’antica Abellinum.
Strettamente connesso con il rito funebre dell’inumazione, l’uso del sarcofago per la sepoltura cominciò ad essere prevalente a partire dal II secolo d.C..
Di forma rettangolare, di legno o di terracotta, di pietra o di metallo, questo “custode” del sonno eterno è presente già nelle civiltà primitive.
La parola deriva dal greco e significa “mangiatore di carne”.
Presso i Greci, infatti, tale termine veniva utilizzato principalmente come aggettivo che accompagnava il sostantivo “pietra” e secondo una credenza, sostenuta da Erodoto, si riteneva che i sarcofagi fossero fatti di un particolare tipo di pietra calcarea che consumava la carne del corpo in essa contenuta.

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