Statuetta votiva femminile

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OGGETTO
Statuetta votiva femminile
MATERIA E TECNICA
argilla semidepurata beige/a matrice
PROVENIENZA
loc. Mefite, Rocca San Felice
DATAZIONE
VI – IV secolo a.C.
MISURE
cm 12,5 x 36,5
INVENTARIO
1235
COLLOCAZIONE
Carcere Borbonico
SEZIONE
Irpinia
SALA
24

Questa statuetta fittile, raffigurante probabilmente un offerente, proviene dalla stipe votiva della Mefite. Si tratta di una figura femminile abbigliata secondo i costumi tipici sanniti: un lungo abito senza maniche, fermato in vita da una cintura e completato da un mantello che copre la testa e dal quale è visibile un’acconciatura somigliante ad un “paragnatide”, ossia a quella parte di un elmo che protegge le guance. Un riferimento al mondo maschile che ritorna anche nella chiusura del mantello, realizzata con una fibula (spilla) che crea una sorta di X sul petto, così come fasce di cuoio la disegnavano sul petto dei guerrieri sanniti. La stessa schematica rappresentazione di questo incrocio è presente sul Grande Xoanon, la statua in legno conservata presso la sezione archeologica del Museo irpino. Questi elementi hanno dato origine a qualche dubbio sull’effettivo genere di appartenenza: si tratta di una rappresentazione femminile o maschile?
Altrettanto insolita è la posizione con le mani nascoste sotto il mantello: l’offerente reca doni e di solito allunga almeno un braccio in avanti.
Realizzata in terracotta chiara e di fattura sicuramente italica, questa statuetta, per la caratteristica concezione espressiva di tratti del volto, rivela la derivazione da uno schema greco, diffuso nella cultura indigena dell’area sannitico-campana.

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