Testa di Arpocrate

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OGGETTO
Testa di Arpocrate
MATERIA E TECNICA
marmo/scalpellatura
MISURE
h. 23 cm ; largh. 16 cm
PROVENIENZA
Passo di Mirabella Eclano: Aeclanum
DATAZIONE
sec. II d.C.
COLLOCAZIONE
Palazzo della Cultura
INVENTARIO
n. 92
SEZIONE
Archeologica
SALA
sala VI

Arpocrate è il nome con il quale i Greci definirono “Horos il fanciullo” figlio di Osiride e Iside, una delle divinità più importanti del pantheon egiziano. In età ellenistica il suo culto ebbe una notevole diffusione tanto che Arpocrate assunse l’aspetto del dio greco Eros, con forme paffute e lunghe chiome ricciolute e con queste caratteristiche entrò anche nel mondo romano. Tuttavia le statue di questa divinità dall’antichità non sono numerose, molto più frequenti erano bronzetti o terracotte di piccole dimensioni legati ad un culto privato. Della statua presente al Museo Irpino si sa ben poco, “alla luce delle vaghe informazioni sul luogo di provenienza, inducono a valutare la possibilità di una pertinenza della statua a un luogo di culto isiaco, attestato ad Aeclanum dall’epigrafe CIL IX 1153, che ricorda Cantria Longina sacerdotessa di Iside Regina. Si ricorda la notizia del rinvenimento ad Aeclanum di una statuetta in terracotta di Iside”(1). La divinità è facilmente identificabile grazie al suo tipico attributo, lo pschent sul capo, ovvero la doppia corona indossata generalmente dai sovrani del Basso e Medio Egitto. Il suo volto tondeggiante con guance paffute è incorniciato da grossi boccoli e da una leggera frangia. Il naso purtroppo è mancante e due forellini marcano gli angoli della bocca dalle labbra carnose e serrate.

(1) Sculture dalle terme di Aeclanum nel Museo Irpino, in: Appellati nomine lupi. Giornata internazionale di Studi sull’Irpinia e gli Hirpini (Napoli, 28 febb. 2014), Napoli 2017, pp. 323-356

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