L’universo della precisione
La sezione scienti ca del Museo Irpino è composta da circa cento strumenti, quasi tutti ancora funzionanti, databili tra la seconda metà del 1800 e la prima metà del 1900 e provenienti dalle più antiche istituzioni scolastiche della città di Avellino: il Liceo Classico “Pietro Colletta”, l’Istituto Tecnico Agrario “Francesco De Sanctis” e il Liceo Statale (ex Istituto Magistrale) “Paolo Emilio Imbriani”.
La rilevanza storica di tali strumenti e l’unicità di alcuni rendono la collezione, risultato di un lungo lavoro di recupero e restauro, meritevole di attenzione. ll lavoro iniziò nel 1993: un gruppo di docenti, esplorando i depositi dell’Istituto Imbriani dove erano accantonate strumentazioni importanti, avviò un’operazione di restauro per la loro conservazione, avvalendosi del contributo di esperti del museo Galilei di Firenze e dell’Associazione Scienza Viva di Calitri. Anche altre due scuole seguirono l’esempio dell’Imbriani e un importante lavoro di équipe riuscì a consolidare un censimento di oltre trecento strumenti scientifici.
Grazie alla sensibilità dell’Ente Provincia di Avellino e ai presidenti che si sono succeduti in quel periodo, durante un evento di promozione scientifica organizzato nel 1997 nel Complesso Monumentale del Carcere Borbonico, furono esposti cinquanta strumenti restaurati. Questo nucleo originario, acquisito dalla Provincia di Avellino, è stato in seguito incrementato per allestire la sezione, con l’intento di esporre e valorizzare un numero maggiore di apparecchiature recuperate e restaurate, ma anche di raccontare l’importanza dell’introduzione della scienza sperimentale nel grande progresso del pensiero umano, allorché si passò “dal mondo del pressappoco all’universo della precisione”.
Il nuovo percorso espositivo, allestito al secondo piano del Complesso Monumentale, composto da strumentaria di meccanica, ottica, termologia, acustica ed elettromagnetismo, comprende anche una collezione privata della ditta Nicola Vanni, omaggio alla memoria di quanti hanno contribuito alla ricerca scientifica nella città di Avellino. Nell’area espositiva, inoltre, è allestito uno spazio laboratoriale per esperienze didattiche come workshop e tinkering. Tra gli oggetti esposti, di grande rilievo per la sua rarità è un tubo di Geissler a reticolo quadrato, costruito in Germania alla fine dell’800 e considerato l’antenato dei moderni tubi al neon. Altrettanto interessanti sono due macchine elettrostatiche di notevoli dimensioni, risalenti alla prima metà del XIX secolo, un’insolita pila a tazze probabilmente del secondo quarto del XIX secolo e un proiettore a manovella, parte di un equipaggiamento completo prodotto nei primi anni del 1900 e distribuito in Europa tramite la Gran Bretagna.